Buon compleanno Svevo 2017

Come ogni anno, in occasione del suo genetliaco, il Museo Sveviano leva un calice e propone un ricordo del più importante romanziere triestino, Italo Svevo, nato il 19 dicembre del 1861. Ma l’edizione 2017 segna anche il 20° anniversario dall’inaugurazione del museo stesso, voluto dalla figlia dello scrittore, Letizia Fonda Savio: un’occasione per ricordare, celebrare, ma anche immaginare i prossimi passi.

Gli eventi previsti dal programma avranno tutti luogo presso l’Auditorium del Museo Revoltella, mentre il Museo Sveviano di via Madonna del Mare resterà aperto dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 per tutti coloro che vorranno visitare il nuovo allestimento predisposto per l’occasione.

PROGRAMMA

LUNEDI’ 18 DICEMBRE
  • 11.00 Conferenza: Vita, opere e omissioni.
    La storia di Italo Svevo

Riccardo Cepach, responsabile del museo Sveviano, racconta Ettore Schmitz e il suo pseudonimo, dalle prime “ultime sigarette” all’amicizia con James Joyce, dal successo della Coscienza di Zeno all’incidente automobilistico di Motta di Livenza

  • 15.00 Proiezione: La coscienza di Zeno

Lo sceneggiato diretto da Sandro Bolchi, con Johnny Dorelli, Ottavia Piccolo, Eleonora Brigliadori è uno dei due celebri sceneggiati RAI (l’altro era quello diretto da Daniele D’anza e interpretato da Alberto Lionello nel ruolo di Zeno nel 1966) tratti dalla riduzione di Tullio Kezich, andato in onda in onda in due puntate nell’aprile del 1988 (prima parte; durata 90 min. circa)

  • 17.30 Conferenza di Silvia Contarini, La coscienza prima di Zeno.
    Ideologie scientifiche e discorso letterario in Svevo

Nel quadro di una più ampia indagine sul rapporto tra la letteratura e i contesti scientifici, Silvia Contarini si imbatte inevitabilmente in Svevo, nelle cui pagine il confronto fra i due ambiti, ereditato dal Naturalismo, diventa dialogo inquieto con la psicologia del secondo Ottocento, da Taine a Charcot a Janet, riattualizzazione del vitalismo e del paradigma medico-interpretativo di Charcot e della Salpêtrière, in modi non dissimili a quelli messi in atto negli stessi anni da Freud negli Studi sull’isteria

  • 18.30: Spettacolo: L’aquilon de Svevo.
    Fulvio, Bruno, Ettore e compagnia

Negli anni ’90 il gruppo dell’Armonia, che riunisce le compagnie del teatro in dialetto, mette in scena due commedie – Colori fra le righe e La broca ribaltada – tratte dai libri di memorie famigliari dei Veneziani scritti da Fulvio Anzellotti, che collabora alla rielaborazione. Dall’unione di quei due testi nasce ora L’aquilon de Svevo, che mette insieme tutti gli ambienti – la villa Veneziani, la fabbrica dei colori – e tutti i personaggi – Svevo e sua moglie Livia, gli amici Veruda e Joyce, la suocera Olga, il suocero Gioachino e, soprattutto, il cognato Bruno, che la penna felice di Anzellotti ci ha regalato.

Con Giuliana Artico, Riccardo Cepach, Renzo S. Crivelli, Sara Dolce, Roberto Eramo, Paola Giraldi, Roberto Tramontini, Chino Turco, Simone Valente, Giuliano Zannier, Ruggero Zannier, Giuliano Zobeni, musiche eseguite al piano dal M° Antonio Kozina. Testi e regia di Giuliano Zannier

 

MARTEDI’ 19 DICEMBRE
  • 11.00 Tavola rotonda: «Un museo a suo nome» Il lascito di Letizia e il museo di Ettore
A vent’anni esatti dall’inaugurazione del Museo Sveviano, Silva Bon, Elvio Guagnini e Anna Rosa Rugliano tracciano un ricordo di Letizia Svevo Fonda Savio, figlia dello scrittore e fautrice del museo di cui Riccardo Cepach ripercorrerà brevemente i vent’anni di attività, illustrandone il significato, il ruolo e le prospettive
  • 15.00 Proiezione: La coscienza di Zeno
La seconda puntata dello sceneggiato RAI con Johnny Dorelli nei panni di Zeno Cosini (durata 90 min. circa)
  • 17.30 Conferenza di Giulio Savelli, Il silenzio della Legge. Le matrici ebraiche nella poetica del secondo Svevo
Svevista di lungo corso, Giulio Savelli viene a indagare la formazione della poetica modernista del romanziere attraverso le riflessioni che occupano i vent’anni di silenzio letterario fra Senilità e la Prima Guerra Mondiale, in cui gioca una parte essenziale l’identità culturale ebraica, particolarmente sensibile al conflitto fra la modernità e la legge dei padri e quindi adatta all’elaborazione del trauma che i “tempi moderni” impongono a ciascuno. Come Kafka e altri narratori ebrei, Svevo ne utilizza le matrici per sviluppare la sua risposta al disagio e ai pericoli del nuovo secolo
  • 18.30 Spettacolo: Una vita (da cani) la filosofia “dal basso” di Kafka e Svevo
«Sei forse alla tua maniera un mio simile? E ti vergogni perché non sei riuscito a combinare niente? Guarda, anche a me è andata così. Quando sono solo ululo dal dispiacere. Vieni, in due è più dolce…». Sembra che il protagonista del racconto Indagini di un cane, di Franz Kafka, si rivolga proprio ad Argo, il protagonista della novella sveviana Argo e il suo padrone. E infatti le due novelle, scritte a pochi anni di distanza l’una dall’altra (nel 1922 la prima, nel ’26 la seconda) sembrano costruite apposta per intrecciare un dialogo fra i due rappresentanti del modo canino, filosofi entrambi e indagatori della natura, capaci di portare lo sguardo dei loro autori a un’altezza e una prospettiva completamente nuove con Luciano Roman e Nino Bernardini; musica dal vivo di Stefano Bembi; video di Antonio Giacomin; drammaturgia di Gioia Battista; da un’idea di Riccardo Cepach

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