L’EREDITÀ: PONTIGGIA E LA CURA SVEVO – Incontro con Rossana Dedola

Trieste, Sala Costantinides – Museo Sartorio,
10 aprile 2015, ore 17

Per il secondo appuntamento del ciclo “L’eredità. Tre incontri sul lascito artistico di Italo Svevo”, curati da Riccardo Cepach e realizzati dal Museo Sveviano – con la collaborazione delle Università di Oxford, Trieste e Venezia e il contributo della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercenti di Trieste – che avrà luogo il 10 aprile alle ore 17 presso la sala Costantinides del Museo Sartorio (largo Papa Giovanni XXIII, 1), sarà nostra ospite la prof. Rossana Dedola, a lungo ricercatrice e docente di letteratura italiana presso la Scuola Normale di Pisa e presso l’Istituto C.G. Jung di Zurigo dove ha portato a termine la sua formazione di psicanalista; attualmente insegna presso l’International School of Analythical Psychology, sempre a Zurigo, e scrive di letteratura italiana avendo pubblicato tra gli altri Pinocchio e Collodi e La valigia delle Indie e altri bagagli. Racconti di viaggiatori illustri (entrambi per Bruno Mondadori; il secondo è stato recentemente adottato come libro di testo all’Universitä di Roma nel corso di Storia dell’India) e Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose essenziali che ci riguardano (Avagliano 2013, II ed. con la prefazione di Gianfranco Ravasi).

Rossana Dedola ci parlerà della passione di Giuseppe Pontiggia per l’opera di Italo Svevo, un autore cui lo scrittore lombardo guarda con interesse e curiosità non solo all’epoca della sua tesi di laurea, dedicata appunto allo scrittore triestino, ma lungo tutto l’arco della sua attività di romanziere e intellettuale. Pontiggia condivideva con Svevo l’esperienza di un frustrante impiego in banca che entrambi descrissero nei loro romanzi di esordio (Una vita di Svevo e l’eloquente La morte in banca di Pontiggia) in un tentativo di esorcizzare e di sfuggire quell’ambiente opprimente. Ma è soprattutto ai personaggi di Svevo che Pontiggia guarda sempre con curiosità e interesse facendone una fonte di ispirazione per la costruzione dei caratteri stessi che popolano la sua opera: irrisolti, pericolosamente rinunciatari e, insieme, potenti sognatori, spesso dediti all’autoinganno. Personaggi infine, che come quelli di Svevo, spesso mostrano uno sfumato ma riconoscibile rapporto con la biografia del loro autore.

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